Guardare il mondo con gli occhi di un bambino, guardare la gente, vedere ciò che gli altri non vedono. Pensiamo di conoscere tutto di quello che è vicino a noi, dei luoghi dove siamo vissuti, di ciò che ci circonda nella nostra stanza. Eppure, osservando meglio, riusciamo a vedere particolari ai quali prima non davamo nessuna importanza, dettagli apparentemente insignificanti, ma che ci aprono un mondo nuovo. Dettagli che rendono un luogo che pensavamo nostro una foresta intricata da esplorare, indizi che riscrivono un nuovo strato su una storia già scritta. Di solito vediamo solo le cose che ci fa comodo vedere, o che vogliamo vedere, o che ci aspettiamo di vedere. Come anche non vediamo più neanche le cose che siamo abituati a vedere spesso. Osservare è un processo mentale complesso che coinvolge i nostri sensi e la nostra mente, riuscire ad andare oltre è come ricollocarci in maniera diversa nel mondo che stiamo vivendo. Le nostre visioni, la nostra immaginazione possono diventare reali, basta cambiare i punti di vista, basta esercitarsi a vedere, osservare, guardare. Tre azioni completamente diverse tra loro. Riuscire a vedere ciò che abbiamo avuto sempre sotto al naso e non averlo visto mai. Potrebbe diventare un gioco, anche se terribile, perché per nulla facile. Chi sa vedere sa che l’osservazione non riguarda solo fatti e cose visibili, ma anche la loro assenza, chi sa vedere va oltre, coglie l’interezza delle cose, delle situazioni, dà una lettura personale di quello che percepisce.