Può innalzarsi a forma d’arte la foto o un progetto fotografico prodotto con un telefonino? E ripropongo una domanda che ultimamente vedo rimbalzare continuamente sul web, in particolar modo nei forum di fotografia. “Se le fotografie di Cartier-Bresson, di Erwitt, di Doisneau, per nominare solo alcuni dei più celebri fotografi della storia, fossero state scattate con l’iPhone, avrebbero perso d’impatto? Personalmente non credo, nella maniera più assoluta. La fotografia è un racconto, una forma di comunicazione che in qualche modo ti dà in continuazione pugni nello stomaco, nel bene e nel male; ti fa sorridere, ti confonde, ti commuove, ti fa incazzare. La fotografia è una forma di espressione che serve proprio a questo, a denunciare, a scuotere, a chiederti mille perché. All’arte in genere e alla fotografia in particolare, poco importa la tecnica o il mezzo utilizzato (Daido Moriyama scatta in bianco e nero con una compattina Ricoh, generando immagini di un impatto emotivo straordinario), certo se voglio una foto stampata di un metro per un metro e quaranta il file di uno smartphone non è che sia proprio adatto. Per certi usi la reflex è d’obbligo, ma non è la reflex da 40 megapixel che aggiunge valore o significato ad una foto.
Oggi gli smartphone non sono soltanto nuovissimi gadget di tendenza, personalizzabili in mille modi in base al vestito che si sta indossando o alla collana di Swarovski che si ha al collo; il fatto nuovo è che si è evoluto un nuovo linguaggio fotografico che va a sfociare anche nel sociale. Interi reportage che sensibilizzano ogni giorno l’opinione pubblica sono realizzati esclusivamente con l’iPhone. Fare foto è diventato un gesto istintivo, un intercalare nelle relazioni interpersonali. Un tempo si fotografava il mondo per ricordarlo, oggi le foto lo abitano e lo consumano insieme a noi. Una volta ci si metteva in posa, spesso le pose erano studiate in maniera maniacale e queste foto a rivederle danno l’impressione di un carattere rigoroso, spesso importante a chi era ritratto. Ora con gli smartphone questa cosa si è appiattita, si è persa questa unicità che particolarizzava quelle foto, ma di sicuro si è guadagnata molta freschezza, c’è molta più verità… si entra molto di più nell’anima delle persone, si riescono a vedere i sentimenti, le sofferenze… una volta celati dalle finte pose, quasi sempre uguali… quasi sempre per ricordare un figlio con la candelina del suo primo anno, una prima comunione, una gita fuori porta… o Pisa con la Torre da non far cadere a tutti i costi. Le foto fatte con il telefonino sono un fatto dei nostri giorni, bisogna accettarle così come sono… sono un fatto “popolare” che non sta snaturando questa forma d’arte, permettono a tutti di prendere parte a questa forma artistica in modo semplice.